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Per Menzione Geografica Aggiuntiva o MGA (abbreviata a volte anche come Me.G.A.) si intende un’area di produzione più specifica delimitata ufficialmente all’interno della zona di produzione del Barbaresco DOCG come riassunto nella mappa riportata qui di seguito (tra parentesi, accanto al nome di ogni comune, è riportato il relativo numero di MGA). Semplificando, una MGA può quindi essere vista come l’equivalente dei termini francesi cru o climat.

Il sistema della MGA è stato introdotto con la modifica del disciplinare di produzione del 21 Febbraio 2007 ed è attivo dalla vendemmia dello stesso anno.

Anche se in letteratura può capitare di trovare numeri superiori, le MGA ufficialmente riconosciute sono 66, perché quelle che si sviluppano su due comuni sono da conteggiare chiaramente una volta soltanto. A differenza del Barolo, per il Barbaresco DOCG non sono previste al momento le MGA comunali (“Barbaresco del comune di Barbaresco”, “Barbaresco del comune di Neive”, e così via).

Dato che per tradizione la viticoltura a Barbaresco non è monovarietale, le MGA comprendono al loro interno sia vigne di nebbiolo destinate alla produzione di Barbaresco DOCG sia vigne piantate con altri vitigni. Allo stesso modo, per motivi che sarebbe lungo spiegare, le MGA possono comprendere al loro interno anche boschi e terreni destinati ad altre colture.

Le MGA – è importante sottolinearlo – non implicano alcuna superiorità a livello qualitativo. Questo significa che un Barbaresco che riporta il nome di una MGA in etichetta non è per forza di cose migliore o più pregiato di un Barbaresco con nome di fantasia o addirittura privo di nome. Nei fatti, per quelle aziende che li producono, i Barbaresco con indicazione di MGA sono di norma i più prestigiosi dei rispettivi listini.

Per quanto bizzarro possa sembrare, la legge europea impedisce l’uso contemporaneo di due o più MGA in etichetta, cancellando così di fatto la tradizione nobilissima e documentata del Barbaresco ottenuto dall’assemblaggio di più vigne.

Pur se contraddittorio, la stessa legge che impedisce l’uso di due o più MGA in etichetta consente al produttore di aggiungere a un Barbaresco con indicazione di MGA fino al 15% di nebbiolo da Barbarbesco ottenuto da una seconda MGA.

E ora alcune AVVERTENZE:

1) Per quanto accurati si possa cercare di essere, disegnare dei confini su delle immagini aeree a 360° non è operazione semplice e per questo, sia che si tratti di confini comunali, di MGA o di Vigne, essi sono da ritenere puramente indicativi. Nel caso di palesi errori chiedo fin d’ora perdono e vi invito anzi a segnalarli senza timore.

2) A proposito di confini, nel caso delle MGA ho evidenziato solo le aree vitate e non i loro confini effettivi, che quasi sempre comprendono zone destinate ad altre coltivazioni o al bosco, più raramente ad abitazioni.

3) Siccome in questi anni ho ricevuto diverse richieste in proposito, nelle schede di molte MGA ho pensato di suggerire alla voce Assaggi consigliati uno o più vini per chi volesse esercitarsi e meglio comprendere lo stile della MGA in questione. Chiaramente si tratta di buoni vini, ma l’averli citati non implica che si tratti dei migliori in commercio, né dei miei preferiti o dei più prestigiosi. Semplicemente si prestano meglio di altri allo scopo. Inoltre è bene ricordare che il carattere di un vino, specie se si tratta di sfumature, si coglie con più facilità confrontandolo con un vino di un’altra MGA, meglio se dello stesso produttore. Per questo, laddove utile o possibile, ho indicato in aggiunta anche alcune etichette da usare come pietre di paragone (Assaggi di riferimento). L’importante è che il confronto venga fatto a parità di annata e con vini non troppo invecchiati, altrimenti si perderebbe la componente fruttata che spesso risulta invece uno dei fattori organolettici discriminanti.

4) Sempre in chiusura di ogni singola scheda ho indicato anche la superficie della MGA e l’intervallo altimetrico. Per chi non conosce a fondo la regione un semplice numero rischia tuttavia di non essere di particolare aiuto: senza un riferimento, tre ettari possono essere tanti come possono essere pochi, e lo stesso si può dire di una quota o di un dislivello. Per questo ho deciso di visualizzare quegli stessi numeri in due grafici i cui estremi sono rispettivamente: 1) lo zero e la superficie della MGA Canova (la più grande di tutte); 2) la quota minima e la quota massima all’interno della zona del Barbaresco.

5) Quanto alla geologia, gli acronimi necessitano di una brevissima legenda. FL Formazione di Lequio; MSAl Marne di Sant’Agata Fossili laminate; MSAs Marne di Sant’Agata Fossili sabbiose.

6) Non tutte le MGA hanno lo stesso grado di approfondimento, cosa che può dipendere da diversi fattori: estensione, complessità e in ultimo notorietà. Non escludo tuttavia ulteriori integrazioni, laddove se ne presenti l’occasione o la necessità.

7) In più di una scheda troverete citata la carta dei cru di Renato Ratti, che ritengo un documento imprescindibile per chiunque voglia approfondire l’argomento vigne e Barbaresco. Questa stessa mappa, in alta risoluzione, è scaricabile cliccando su questo link.

Infine alcune precisazioni sull’uso della parola Vigna.

Come molti di voi sapranno, un’etichetta di Barbaresco può riportare, oltre alla MGA, anche un altro nome preceduto dalla parola Vigna o, in alternativa, Vigne, Vigneto o Vigneti.

Al contrario delle MGA, limitate in numero e superficie dal disciplinare di produzione, le Vigne non sono soggette da questo punto di vista ad alcuna restrizione (fatto salvo l’obbligo di essere registrate con nome, comune di appartenenza, foglio e particelle catastali, in un apposito elenco tenuto dalla Regione Piemonte a partire dal 1 agosto 2011).

Ne consegue che le Vigne ufficialmente riconosciute possono essere quindi viste come una realtà in continua evoluzione il cui peso finale, sia in termini numerici che di superficie, è al momento impossibile prevedere. L’assenza di regole più chiare, omogenee e restrittive fa inoltre sì che le aziende possano interpretare a proprio modo l’uso del nome Vigna, chi per esempio come un toponimo da condividere con altre aziende e chi invece – e sono la maggioranza – come un nome tradizionale trasformato in vero e proprio marchio aziendale, per quanto spesso legato al territorio.

Dal punto di vista formale, è bene infine ricordare che un nome di Vigna può essere utilizzato su un’etichetta di Barbaresco solo previa indicazione della MGA in cui quella stessa Vigna ricade o del Comune di provenienza delle uve (il che però non implica una superiorità qualitativa di un Barbaresco con indicazione di Vigna rispetto a un Barbaresco con sola indicazione di MGA). In tale caso, la resa in vigneto non dovrà essere superiore a 7,32 t/ha, mentre la gradazione dovrà essere pari o superiore a 13% vol.