Comuni
La zona di origine del Barbaresco, delimitata ufficialmente nel 1966 con il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata (DOC) e successivamente, nel 1980, con l’introduzione della Denominazione di Origine Controllata e Garantita (DOCG), è ancora oggi invariata e interessa il territorio di 4 diversi comuni: Barbaresco, Neive e Treiso, che vi rientrano per intero, e Alba, che vi rientra invece solo in parte, e più precisamente per la frazione di San Rocco Seno d’Elvio.
In questa sezione ho dedicato ad ognuno di essi una breve introduzione che ne descrive a grandi linee la suddivisione in MGA e le principali peculiarità territoriali, lasciando gli ulteriori e necessari approfondimenti alle schede delle singole MGA. Questo sia per sottolineare come lo studio di un territorio debba per forza di cose procedere per passi successivi e sia perché diversamente le schede di molti comuni sarebbero diventate davvero troppo lunghe per essere consultate sul web.
Per assolvere a questo compito ho dovuto spesso ricorrere a immagini che coprono una porzione di territorio molto più ampia rispetto a quelle utilizzate nelle schede delle MGA, e questo fa sì che l’accuratezza dei confini possa non essere in alcuni casi ottimale, ma comunque sufficiente per i nostri scopi. Sempre a proposito di immagini e di confini, in linea generale nelle immagini introduttive che descrivono la suddivisione in settori e versanti del territorio comunale ho evidenziato tutti i vigneti che ricadono all’interno del comune, mentre nelle immagini di dettaglio dei singoli settori o versanti ho di norma evidenziato solo i vigneti che ricadono all’interno delle varie MGA interessate.
È importante inoltre ricordare che dei tre comuni principali della denominazione, Neive è il più esteso, seguito da Treiso e da Barbaresco.
Il più intensamente vitato è invece Barbaresco, che può vantare anche la maggiore presenza di nebbiolo.
Nel caso non lo ricordiate, vi riassumo infine quanto previsto dall’attuale disciplinare di produzione del vino Barbaresco.
Vitigno: nebbiolo 100%.
Produzione massima per ettaro: 8 tonnellate di uva pari a 54,4 ettolitri o a 7253 bottiglie da 75 cl.
Invecchiamento minimo: 26 mesi a partire dal 1 novembre successivo alla raccolta delle uve, di cui 9 in botti di legno. La specificazione “Riserva” può essere riportata in etichetta solo dopo 50 mesi di conservazione in cantina, calcolati sempre a partire dal 1 novembre successivo alla raccolta delle uve.
Gradazione alcolica minima: 12,5% vol.
Acidità totale minima: 4,5 g/litro.
Estratto secco minimo: 22 g/litro.
In etichetta, oltre alla denominazione Barbaresco e alla eventuale specificazione “Riserva”, possono poi comparire:
Menzione Geografica Aggiuntiva (MGA)
(es. Barbaresco Asili)
Vigna, ma solo se abbinata a una Menzione Geografica Aggiuntiva
(es. Barbaresco Albesani Vigna Borgese)
In quest’ultimo caso l’aggiunta della parola Vigna non è sinonimo di qualità superiore rispetto ad un Barolo con sola indicazione di MGA, e questo anche se l’uso della parola Vigna obbliga ad una riduzione della resa per ettaro da 8 a 7,2 tonnellate.